Con la consegna del primo contenitore per la raccolta degli oli vegetali esausti all’Istituto comprensivo Duca D’Aosta ha preso ufficialmente il via il progetto “Il bottogliolio va a scuola“.
Un progetto promosso dal Comune di Novara e da Assa S.P.A. e realizzato con il contributo di Due Maich Servizi, l’azienda incaricata della raccolta dell’olio vegetale, da cucina, esausto a Novara, patrocinato da Legambiente e dal Conoe (il Consorzio nazionale di raccolta e trattamento degli oli vegetali esausti) che coinvolgerà le studentesse e gli studenti delle scuole primarie e secondarie di I grado della nostra città.
Un vero e proprio “campionato di raccolta dell’olio”, una sfida tra tutte le classi a raccogliere il maggior quantitativo di bottiglie d’olio che inizierà il 9 gennaio e si concluderà il 30 aprile.
L’obiettivo è di rafforzare la consapevolezza, nelle nuove generazioni, della necessità di salvaguardare e proteggere l’ambiente: raccogliendo l’olio vegetale esausto prodotto dalle famiglie e portandolo a scuola si potrà, infatti, contribuire a preservare le acque dei nostri fiumi e dei nostri mari e a dare nuova vita a un rifiuto fondamentale nella creazione di nuova materia.
La finalità ultima è quella di far comprendere da un lato che l’abitudine di versare l’olio non più utilizzato (quello per fritture e quello per la conservazione di cibi in scatola) negli scarichi di casa è un gesto dannoso per l’ambiente (che genera, altresì, costi in chi tratta le acque della città) e, dall’altro, che raccoglierlo e valorizzarlo è l’azione virtuosa da mettere in atto.
La classe più virtuosa, ossia quella che avrà raccolto il maggior quantitativo di olio, vincerà un viaggio di istruzione a Zoom, il primo bioparco immersivo d’Italia con i bus messi a disposizione della Sun.
Premi offerti da Assa e Legambiente anche per la seconda e la terza classificate. Tutti i partecipanti concorreranno all’estrazione di importanti premi messi a disposizione da Due Maich Servizi.
A casa ogni alunno ognuno dovrà raccogliere l’olio esausto, olio vegetale e grassi animali usati per le fritture e la preparazione degli alimenti e l’olio di conservazione dei cibi sottolio in scatola, come tonno, funghi, carciofini, acciughe e altro. L’olio raccolto dovrà essere versato in una bottiglia di plastica trasparente “PET” (quelle per l’acqua minerale, per intenderci) che una volta piena dovrà essere portata in classe per la registrazione della quantità conferita in modo da poter poi stilare la classifica finale e successivamente riposta nell’apposito contenitore “bottigliolio” per la raccolta (un semplice cassonetto su ruote dalle dimensioni di 240 litri a tenuta stagna) che si troverà collocato in ogni scuola aderente al progetto, il tutto senza effettuare alcuno svuotamento, quindi senza rischio di sporcarsi e di sporcare, introducendo, semplicemente, la bottiglia ben chiusa.
Assa, Due Maich, Legambiente e Conoe potranno inoltre tenere nelle scuole che lo richiederanno brevi interventi di educazione ambientale in cui spiegare non solo il progetto ma, soprattutto, illustrare il ciclo dell’olio e trasmettere l’importanza di raccogliere l’olio vegetale esausto.
L’azienda Due Maich si occuperà, infine, dello svuotamento dei contenitori, ossia, del ritiro delle bottiglie e della registrazione dei conferimenti in modo da poter determinare la scuola e la classe vincitrici.
Le scuole di Novara che nelle prossime settimane riceveranno i contenitori hanno tempo fino al 9 gennaio per aderire all’iniziativa e gareggiare.
Per tutte le informazioni e gli approfondimenti ci si può rivolgere a Federica Gemma –– gemma@assa.it assa@assa.it tel.0321483843/0321483830
In città sono presenti 16 punti per la raccolta dell’olio vegetale esausto dedicati ai cittadini.
La raccolta dell’olio vegetale esausto è iniziata a Novara nel 2009 quando vennero raccolti 2900 kg.
Nel 2021 i chili complessivi raccolti sono stati 17.365: una crescita che è incrementata in modo significativo dal 2020 quando a Novara venne firmato il protocollo d’intesa tra Regione Piemonte e Conoe proprio per incentivare la raccolta e la città, riferimento regionale per le percentuali di raccolta differenziata raggiunte nel corso degli anni, fu scelta per sperimentare nuove metodologie di raccolta.
“Ad oggi abbiamo raggiunto centomila tonnellate di oli raccolti e avviati al recupero. Un obiettivo a cui hanno partecipato tante attività professionali ed anche diverse comunità di cittadini, grazie soprattutto alla sensibilità dimostrata da tanti ragazze e ragazzi coinvolti in ambito scolastico – dichiara Tommaso Campanile presidente del Conoe, Consorzio nazionale di raccolta e trattamento degli oli vegetali esausti – Questo rifiuto ora sarà trasformato in bio carburante apportando un beneficio importante all’ambiente per il risparmio di combustibili fossili e l’abbattimento di centomila tonnellate di anidride carbonica prodotte appunto dai fossili. Abbiamo anche il dovere di contrastare l’uso illegale degli oli raccolti che possono ritornare nella sfera alimentare umana ed animale – prosegue il Presidente del Conoe – Ciò avviene soprattutto con i furti del rifiuto che sottraggono ogni anno da 10 a 15 mila tonnellate al corretto e legale recupero. A questo proposito il Conoe ha istituto un numero verde 800210005 per recepire tutte le denunce e le segnalazioni di atti illegali come i furti o comportamenti estorsivi che in collaborazione con le forze dell’ordine potremo colpire. Visitando il nostro sito ci si può tenere informati sugli sviluppi delle nostre attività”.
“Questo progetto si inserisce in un percorso che ha radici lontane: la città di Novara ha iniziato, infatti, a raccogliere l’olio vegetale esausto nel lontano 2009 e nel corso degli anni ha incrementato e implementato luoghi e modalità della raccolta – ha dichiarato il direttore generale di Assa Alessandro Battaglino – Con questa iniziativa coinvolgiamo quelle generazioni che possono davvero garantire il cambio di rotta nel processo di differenziazione dei rifiuti e di maggiore rispetto dell’ambiente – ha proseguito Battaglino – Solo i bambini e i ragazzi fino alle scuole secondarie di I grado, infatti, possono modificare, in modo radicale, le abitudini che le generazioni successive hanno fatto diventare consuetudini”.
“Non dimentichiamo – ha dichiarato il presidente di Assa Yari Negri – che l’olio esausto buttato nei lavandini di casa causa danni ambientali gravissimi – si crea una superficiale pellicola che impedisce l’ossigenazione dell’acqua e compromette l’esistenza di flora e fauna. In più, l’olio esausto ostacola la penetrazione in profondità dei raggi solari danneggiando drasticamente l’ambiente marino e la vita in acqua. Basta infatti un kg di olio vegetale esausto a inquinare una superficie d’acqua di 1.000 m2. Se invece smaltiti nella rete fognaria, come spesso avviene nell’utilizzo domestico, gli oli vegetali esausti pregiudicano il buon funzionamento della rete stessa intasando condutture e depuratori: la depurazione delle acque inquinate da questo rifiuto richiede costi quantificabili in 1,10 € al kg. Una volta raccolto – ha proseguito il presidente Negri – l’olio vegetale esausto è utilizzato per produrre biodiesel o altri materiali: secondo il Decreto Ministeriale n. 186 del 5 febbraio 1998 e successive modifiche, quest’olio è utilizzabile per attività e prodotti di recupero come l’industria saponiera, i tensioattivi (con l’uso della glicerina prodotta dalla reazione chimica attraverso la quale si arriva comunque al biodiesel), i materiali grassi e i prodotti per l’edilizia, tramite un processo chimico chiamato “rigenerazione””.
“Un’iniziativa – commenta l’assessore all’Ambiente Teresa Armienti – finalizzata a sensibilizzare sull’importanza di riciclare e di insegnare le buone pratiche ai ragazzi delle scuole e, quindi, alle loro famiglie. Bisogna continuare su questa strada”.
“Si parte sempre dalle scuole e dai più piccoli per veicolare messaggi importanti per il nostro futuro – ha concluso l’assessore all’Istruzione Giulia Negri – E un contest come quello che stiamo promuovendo è uno strumento ideale per avviare un percorso di sensibilizzazione e di buone pratiche che fanno stare bene chi le fa e chi ne fruisce, ossia in questo caso l’ambiente in cui viviamo”.